Autore : DREAMER- Titolo : E SE FOSSE LUI?
Un solo interrogativo ruota nella mia testa: e se fosse lui? Ho passato una vita a sentire predicare amiche super innamorate sull’esistenza dell’amore e del principe azzurro, ho ascoltato mia madre e mia zia ripetermi costantemente " Non sposarti mai!", e quando riesco finalmente ad arrivare ad una conclusione, il mio mondo e le mie idee vengono sconvolte da un’unica, insignificante persona. Vabbè, magari non proprio insignificante, ma è mai possibile che uno, un unico maledettissimo ragazzo riesca a capovolgere tutto con un solo gesto, una sola parola? Non so che pensare…non riesco a pensare. Sono troppo occupata a controllare ogni quanti secondi risponde ai miei squilli. Mi vergogno soltanto a dirlo, ma purtroppo è così. E sono disperata. Non c’è niente di bello in tutto questo, solo sofferenza. Passo le mie giornate ad ascoltare “Indimenticabile” di Antonello Venditti, sdraiata sul mio letto, abbracciata al cuscino, ad occhi chiusi, cercando di rivivere i momenti trascorsi con lui. E mi rendo conto che non ho mai provato nulla di simile, con nessuno. E pensare che solo un mese fa me ne andavo in giro tutta soddisfatta, immune da quella terribile malattia chiamata amore: solo “ esperienze”, storielle di due giorni e pace. Una sola regola: basta non affezionarsi e solo divertirsi. Godersi al massimo la mia giovane e spensierata età. Tutte quelle stronzate dei tramonti, della luna, delle stelle, delle canzoni sdolcinate insieme, delle frasi tipo “ i tuoi occhi sono polvere di stelle” non mi sono mai interessate: il tramonto me lo vedo da sola, la luna e le stelle le posso ammirare come sempre in giardino a fumarmi una sigaretta con mia mamma, e in quanto alle frasi disgustosamente mielose…no grazie. Così è fin troppo facile non affezionarsi,restando spensierata e felice. Ma nessuno mi aveva avvisata, e io non ci avevo nemmeno mai pensato, che incontrando un ragazzo che la pensa esattamente come me ,bè, la cosa sarebbe stata diversa. E’ nata come la tipica storiella dell’estate: io ti piaccio, tu mi piaci, allora perché non ci frequentiamo per questo periodo?. Quando non avevo niente di meglio da fare, passavo il pomeriggio con lui. Quando non aveva nessuna partita di calcetto in programma, passava il pomeriggio con me. In discoteca praticamente non ci conoscevamo: ognuno per conto suo, io a ballare con le mie amiche , lui a ballare con i suoi. E poi, non so dire né quando né come, qualcosa è cambiato. Ho cominciato a cercarlo più spesso, lui ha cominciato ad abbracciarmi di più. Ho cominciato a guardare le sue partite di calcio, lui ha cominciato ad accompagnarmi nei negozi, a consigliare cosa provarmi e cosa comprarmi. Alla fine delle lezioni, ogni ora e mezza, invece di andarmene in giro a scroccare sigarette e a rilassarmi sulle panchine del cortile, passavo la ricreazione con lui. Non ero più io e “un passatempo estivo”. Non era più lui e “quella che cerco quando mi annoio”. Siamo diventati noi. E abbiamo cominciato a conoscerci, a parlare seriamente. Non più una serie di frasi sconnesse e senza alcun senso logico, dette solo quando gli altri erano occupati e noi non sapevamo che fare, dette solo per passare il tempo. Desideravo parlare con lui, desiderava conoscermi veramente. Chi sono, le mie abitudini, la mia città, la mia vita. Non c’erano romanticismi tra di noi: nessun ridicolo teatrino, nessuna commedia insulsa. Ci sfottevamo, prendendoci in giro su qualsiasi cosa, sempre col sorriso. Eravamo semplicemente spontanei e naturali l’uno con l’altra. Simili, ma non uguali. Con le giuste differenze, con la giusta sintonia e, soprattutto, con la stessa ironia. Ho sentito che qualcosa non andava, quando un pomeriggio mi sono sentita dire da una mia amica " Ma lo sai che siete proprio perfetti voi due, insieme? Sembrate fatti l’uno per l’altra". Qualcosa in me è scattato. Una lampadina ha cominciato a lampeggiare nella mia testa. Era un segnale dall’allarme. Ma io l’ho volontariamente ignorato.. Ho semplicemente staccato la presa. "In fondo non mi sto affezionando- mi ripetevo- mi sta solo simpatico". Ma non riuscivo ad essere fredda con lui. Non volevo. Desideravo toccargli i capelli, desideravo che lui mi accarezzasse la guancia, desideravo sedermi sul prato a parlare ore ed ore con lui, guardandolo negli occhi. Mi piaceva farlo sorridere, si divertiva a farmi ridere. Ci divertivamo ad arrabbiarci a vicenda per poi fare pace. Ma, si sa, tutto finisce, prima o poi. E, in un modo o nell’altro, anche quell’importante “noi” doveva finire. E da quel giorno, dalla fine della vacanza, dal nostro obbligato addio, mi sono sentita come un frattura dentro. E la sento ancora. Ma noi siamo tenaci, e ci piace farci del male. Quindi, sebbene 10000 km di distanza ci separino, abbiamo continuato a sentirci, così, tanto per incrementare la mia ,e non so se anche la sua ,sofferenza. Mi verrà a trovare, io andrò da lui. Continueremo a vederci, questo è sicuro, lo so. Ma per quarto tempo potrà andare avanti?. A volte ho l’irrefrenabile desiderio di mandargli un messaggio e semplicemente scrivergli che basta, non possiamo più stare insieme, perché non mi manca, perché non gli penso più. Ma proprio perché in realtà l’unica cosa che vorrei è stare con lui, proprio perché mi manca da morire, proprio perché il mio unico pensiero è lui, non riesco ad immaginare come farei a non parlare con lui e a non rivederlo. E un interrogativo ruota nella mia mente: e se fosse lui?.